12 luglio 2012

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Once Upon a Witch - il noce di Benevento


Ciao viaggiatori! Qualcuno di voi è mai stato a Benevento? Io per adesso no, ma penso che ci andrò un giorno, visto che Benevento è considerata da molti la sede dove si riuniscono le streghe.
In origine il nome della città era Malaventum. Furono i romani a trasformarla in Beneventum dopo la battaglia contro Pirro.
L'aura magica della città nasce dai tempi antichi, quando regnava il culto di Iside dea della luna e della magia. A questo si unì il culto dei Longobardi che si diceva adoravassero una vipera in oro (o in bronzo) e che si riunissero sotto un noce a cui era appeso compiendo rituali magici. Le riunioni sotto il noce derivano dunque da questi rituali pagani.
La leggenda narra che nel 663 il duca di Benevento promise di rinunciare alla sua religione pagana e abbracciare il cristianesimo se fossero riusciti a vincere contro l'esercito Bizantino che assediava la città. Quando avvenne lui continuò a seguire il suo culto in segreto, ma il vescovo Barbato abbatté l'albero sacro e fuse il serpente d'oro.
Con l'avvento del cristianesimo questi riti vennero considerati riti satanici e chi ne faceva parte era considerata una janara (ovvero una strega. Il nome deriva dalla dea Diana).
A partire dal 1273, l'aura di mistero intorno al Noce di Benevento tornò a crescere dopo che Matteuccia da Todi, accusata e processata per stregoneria nel 1428, dichiarò di riunirsi con altre streghe sotto il noce sradicato da Barbato molti secoli prima e risorto magicamente per opera del Demonio.
Inoltre tempo dopo vennero rinvenute delle ossa sotto le radici di un albero, alimentanto ancora di più queste dicerie.
Nessuno sa di preciso dove sia questo noce magico dove si riuniscono le streghe di tutto il mondo, si pensa che la Ripa delle Janare si trovi sulla riva del fiume Sabato, ma ci sono molte altre ipotesi.
Per raggiungere il noce, le streghe di tutto il mondo si ungevano le ascelle con un unguento magico e recitavano la seguente formula per poi spiccare il volo.
"unguento unguento
mandame alla noce de Benevento
supra acqua et supra vento
et supra omne maltempo"
Questa formula è stata ripetuta da molte donne sotto accusa di stregoneria dopo essere state torturate.
Alcuni pensano che volassero sopra una scopa, altri su un cavallo al contrario, altri ancora che saltassero da un ponte (Il ponte delle janare distrutto nella seconda guerra mondiale) e diventassero vento. Una leggenda infatti narra di un marito che, dopo aver scoperto che la moglie era una strega, scambia l'unguento magico con un olio comune e la donna invece di spiccare il volo la notte seguente, si schianta al suolo morendo.
Alle janare venivano attribuiti pessimi scherzi e terribili avvenimenti. Ancora oggi infatti ci sono moltissime supertizioni e racconti tra gli anziani delle campagne.
Per difendersi dalle janare che entravano in casa da sotto la porta in forma di vento (le notti di tempesta erano le loro preferite), bastava mettere davanti alla porta una scopa o del sale: la strega sarebbe stata costretta a contare tutti i fili della scopa o i grani di sale senza riuscire a finire prima che tornasse il sole e lei fosse costretta ad andarsene.
Si dice che se una janara viene a farti visita senti una mano gelida accarezzarti il volto e una volta che è venuta tornerà sempre, almeno fino a quando non riuscirai a vederla in volto dicendole "Vieni domani a prendere il sale". A quel punto te ne sarai liberato e non tornerà più.
Se qualcuno nomina le janare si usava scongiurare il malaugurio dicendo "oggi è sabato".
Pietro Piperno tentò di provare l'infondatezza delle accuse alla città di Benevento come città di streghe con il suo libro "La superstiziosa storia del noce di Benevento" scritto nel 1640, riuscendo però solamente ad accreditare tale accusa. Si tratta di un libro molto interessante, che raccoglie tutte le leggende e le teorie. Inoltre ha tentato di dare un'ubicazione a questo noce magico con l'aiuto di una mappa.


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